Edifici che attraversano il tempo

È davvero difficile raccontare ai romani e ancor di più ai turisti, la storia dei “loro palazzi”. Essi si trovano lì da sempre, danno la forma alle strade del centro storico che hanno finito per adattarsi o viceversa, chi può dirlo con certezza, come fosse le quinte di un grande teatro, testimonianza tangibile ma allo stesso tempo silenziosa di dieci secoli di storia, definendo l’immagine di Roma dal Medioevo a oggi.
Questi palazzi catturano l’anima dell’osservatore e sembrano essere nati lì, come se non fossero stati costruiti, come elementi naturali che stanno bene nel luogo in cui sono.
Tali dimore continuano ad essere studiate ed indagate per il loro fascino dettato dagli angoli nascosti, dai particolari che raccontano le persone hanno abitato ed abitano ancora quelle stanze, cercando di proteggere la magia che emanano, l’identità civile e culturale che essi rappresentano.
Lasciarsi guidare dalla curiosità
Roma presenta al mondo due tipi di bellezza: quella che grida al mondo di guardarla ed ammirarla tipica di quei monumenti che chiunque conosce  e quella che invece tace che si lascia ammirare da occhi attenti e curiosi.
Il secondo tipo di bellezza è rappresentata da edifici storici spesso sede di importanti istituzioni e caratterizzati da cortili, chiostri e giardini in grado di condurci verso altri tempi.
Fino a non molto tempo fa, poco meno di due secoli, i cortili di Roma ospitavano botteghe di artigiani, stalle, fienili, oggi tenuti in piedi dalla presenza di musei, aziende, ristoranti e simili.
Tuttavia questo non basta perché alcuni di essi si sono trasformati in luoghi dimenticati o in parcheggi, rovinando ciò che più li caratterizza: la capacità di far immaginare e sognare tempi ormai lontani eppure così vicini da essere ancora apprezzati da molti.
I cortili più belli
Uno dei cortili più belli è sicuramente quello di Palazzo Spada acquistato dal cardinale Bernardino Spada che nel 1632 commissionò al grande Borromini la celebre galleria prospettica la cui profondità illusoria ci suggerisce una lunghezza di circa trenta metri, a discapito dei nove metri reali.
Un altro appartiene al Palazzo Sacchietti, situato in via Giulia, la cui costruzione fu eseguita su progetto di Antonio da Sangallo che ne volle fare la propria abitazione, dedicando ad esso gli ultimi anni della sua vita soprattutto dal punto di vista progettuale.
Uno dei più suggestivi, però, appartiene a Palazzo Attolico ed è visibile dalle finestre dell’ Hotel Teatro Pace, un hotel boutique a Roma, esso è caratterizzato, tra le altre cose, da un impianto semicircolare: la parete di fondo è curva ed è scandita da lesene su cui sono inserite colonne alternate a vasi.